La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada
a doppio taglio e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito,
le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.
E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui;
ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui
al quale dobbiamo la nostra parola.
   (Ebrei 4,12-13)

 

Care sorelle e cari fratelli,

il mondo moderno è fondato sull'illusione della conoscenza, sulla convinzione umana di poter conoscere la realtà in modo oggettivo, di poter comprendere ogni cosa, di saper accrescere in modo graduale ma lineare le nostre conoscenze, senza mai raggiungere alcun limite invalicabile. Questo è l'atteggiamento che noi abbiamo verso il mondo che ci circonda, verso i nostri simili e anche verso noi stessi. Con qualche esitazione in più, ci accostiamo nello stesso modo persino a Dio.

Tuttavia, per quanto le nostre conoscenze si accrescano sempre più, restano abbastanza in  superficie, anzi non di rado accade che più accumuliamo conoscenze, più ci sentiamo sfuggire il cuore della realtà che vorremmo conoscere. Il caso più quotidiano è quello del computer, che quasi tutti usiamo, ma che ogni giorno ci riserva delle sorprese, e spesso gli stessi esperti, anche quando ci cavano dai guai non ci sanno spiegare cosa è accaduto e perché. Oppure si pensi alla consapevolezza di sé: per quanto possiamo arrivare a comprendere noi stessi, il nostro nocciolo più profondo continua a sfuggirci. Anche quando riusciamo a prevedere le reazioni della persona che abbiamo davanti, resta forte la sensazione di non riuscire a comprenderla veramente. Il caso di Dio è il più disarmante: ogni volta che arriviamo a comprendere qualcosa del suo comportamento, dobbiamo prendere atto che è sempre imprevedibile e spesso pure incomprensibile.

Io credo che sia giunto il momento di riconoscere che la nostra convinzione di poter comprendere ogni cosa è un'illusione; l'idea secondo la quale l'umanità procede progressivamente verso una perfetta conoscenza della realtà non è altro che un mito. Dobbiamo rassegnarci al fatto che le nostre conoscenze, per quanto grandi resteranno sempre limitate, che la comprensione dei meccanismi che regolano molti fenomeni non ci fa avanzare nella comprensione del loro senso.

La lettera agli Ebrei ci propone di capovolgere il punto di vista: è Dio che conosce noi, lui sì è capace di una conoscenza profonda, piena. La parola di Dio è capace di comprenderci fin nella nostra più nascosta intimità, e in questo modo ci rivela a noi stessi. Sì, Dio ci conosce parlandoci, dialogando con noi. Non ci studia da lontano, non ci analizza freddamente, si avvicina e viene a conversare con noi. La conoscenza che Dio ha di noi è superiore alla nostra perché non pretende di essere oggettiva, al contrario è quella conoscenza che si può avere mettendosi in gioco nella relazione con l'altro, dove la parola non descrive con distacco ma interloquisce, dice e al tempo stesso ascolta.

Così Dio parla a ciascuna e ciascuno di noi, nel nostro intimo, e questo ci scuote, ci rimescola le interiora e l'interiorità, ci stimola a reagire e a lasciarci coinvolgere nel dialogo. Quella di Dio è una parola precisa, che ci raggiunge, ci chiama a una decisione, e non tace finché non l'abbiamo presa. Ciascuno/a di noi, pensando alla propria vita può identificare quale parola ha ricevuto da Dio e quale risposta gli ha dato. La parola di Dio ci annuncia il nostro peccato e ci offre così la possibilità di confessarlo, chiedendogli perdono. Essa ci annuncia l'Evangelo, offrendoci così la possibilità di credere e di cambiare la nostra vita di conseguenza.

Le nostre risposte alla parola di Dio che ci interpella possono essere molto diversificate. possiamo anche non ascoltarla e non darle retta. Ma se ci lasciamo coinvolgere in questa conversazione ci sentiamo vivi, veri, in movimento e più consapevoli di noi stessi. La parola di Dio viva ed efficace, si manifesta allora in noi, anche nella nostra parola, che diventa così viva ed efficace.

Sia lodato il Dio della parola. Amen.

Daniele Bouchard    

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