Ottobre 2014

Nel nostro grande affetto per voi eravamo disposti a condividere con voi non soltanto l'Evangelo di Dio, ma anche la nostra stessa vita, tanto ci eravate diventati cari. (1 Tessalonicesi 2,8)

 

Care sorelle e cari fratelli,

Paolo, Silvano e Timoteo si soffermano in questo capitolo sulle caratteristiche della predicazione che hanno svolto a Tessalonica. Poiché noi siamo chiamati e chiamate ad annunciare lo stesso Evangelo, l'esempio di questi apostoli ci è prezioso.

L'aspetto su cui gli autori insistono maggiormente è l'atteggiamento che hanno tenuto verso i destinatari del loro annuncio. Non hanno messo in atto lusinghe, non hanno ricercato il proprio interesse, né il proprio successo personale, non hanno nemmeno affermato la propria autorità. Hanno invece manifestato affetto, devozione e giustizia. Lungi dall'adottare qualunque mezzo potesse parere efficace a raggiungere lo scopo, gli apostoli hanno annunciato Gesù Cristo all'interno di una relazione personale caratterizzata da coinvolgimento e rispetto. L'Evangelo non è infatti un messaggio che si possa annunciare in modo distaccato o asettico, ma al tempo stesso richiede un immenso rispetto per le persone a cui viene rivolto.

Tre immagini illustrano meglio di qualunque descrizione l'atteggiamento di chi testimonia la propria fede. “Siamo stati bambini in mezzo a voi” dicono gli autori al v.7. Chiunque abbia osservato il modo in cui una bambina o un bambino mette in campo tutte le proprie risorse per comunicare qualcosa cui tiene, capisce qual è il modo in cui l'Evangelo di Gesù Cristo vuole essere annunciato. La seconda immagine, quella della “nutrice che cura teneramente i suoi bambini”, sottolinea in modo diverso lo stesso coinvolgimento totale nel testimoniare la propria fede, con un accento sulla cura. Infine, “come fa un padre con i suoi figli” (v. 11) chi annuncia l'Evangelo si preoccupa di educare gli ascoltatori a comportarsi in un certo modo, perché la fede cristiana si esprime nella concretezza del nostro modo di vivere. Notiamo come tutt'e tre le immagini utilizzate appartengono alle relazioni famigliari, come a suggerire che la comunità cristiana si propone come una nuova famiglia.

In sostanza, come Paolo, Silvano e Timoteo, siamo chiamati a condividere, insieme all'Evangelo, tutta la nostra vita. L'annuncio cristiano si colloca all'interno di relazioni di condivisione, dove cia- scuno dà e riceve, ciascuna si mette in gioco e cambia nel incontro con l'altra persona. E' questo atteggiamento che permette di evitare strade sbagliate, di tradire il messaggio che ci è affidato, di tramutarlo in un inganno. E al tempo stesso è questo atteggiamento che permette di riconoscere che l'Evangelo che viene annunciato ha l'approvazione di Dio. Rivelandosi in Gesù Cristo, Dio ha condiviso fino in fondo la propria esistenza con la nostra; solo assumendo lo stesso atteggiamento possiamo coinvolgere nuove persone in questa meravigliosa realtà.

Naturalmente condividere la propria vita con Dio e con i nostri simili non è soltanto un'esperienza piacevole. Può essere molto impegnativo, e anche difficile, perché della vita fanno parte anche la fatica, il dolore, il conflitto – del resto la condivisione della propria esistenza ha portato Dio a vivere l'esperienza della croce. Ma la condivisione delle difficoltà produce anche coraggio, capacità di lottare insieme per il loro superamento.

Il compito cui siamo chiamate e chiamati come credenti non è una prestazione i cui risultati possano essere valutati oggettivamente, è un modo di vivere, in relazioni di condivisione col Signore e con il nostro prossimo; relazioni che ci trasformano in discepole e discepoli di Cristo. La vita cristiana e l'annuncio dell'Evangelo sono un tutt'uno, che il Signore ci dona di vivere e di condividere. Sia ringraziato il Signore!

Amen.

Daniele Bouchard 

This website is hosted Green - checked by thegreenwebfoundation.org

I culti sono trasmessi in diretta sulla playlist "Culti e meditazioni" del nostro canale YouTube. Le dirette YouTube sono visibili anche sulla nostra pagina Facebook e su questo sito sotto "ARCHIVI/Registrazioni dei culti".

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.