Un corso di formazione attraverso il gioco.

Un'iniziativa inedita della Chiesa valdese di Pisa.

 

“Sappiamo ormai che gli adulti non smettono mai di imparare, soprattutto nei contesti vitali che sollecitano le apicalità dell'esistenza: amore, gioco, lavoro, morte”.[1] La possibilità degli adulti di imparare nelle situazioni legate all'amore e alla morte è certamente messa a frutto nelle chiese evangeliche. Che il lavoro sia, oltre al resto, un'occasione di formazione è, nel nostro ambiente, ancora più chiaro e ampiamente praticato. Invece, non si può dire la stessa cosa rispetto al gioco, che viene considerato appannaggio di bambini e bambine. Tra molte resistenze, grazie alle tecniche di animazione e ai metodi più recenti di formazione, ci capita occasionalmente di sperimentare il gioco in contesti adulti nelle nostre chiese, ma sempre con molta prudenza. La Chiesa valdese di Pisa ha deciso di osare di più, proponendo, con la collaborazione di diverse associazioni, un corso di formazione che utilizza il metodo della Ludopedagogia.

La Ludopedagogia nasce in Uruguay come forma di resistenza alla dittatura militare. In un periodo in cui quasi qualunque attività collettiva era proibita, un gruppo di persone convinte che le relazioni sociali fossero necessarie per non lasciarsi schiacciare dalla dittatura, ha cominciato a ritrovarsi per giocare – attività apparentemente innocua. Fondandosi sull'Educazione popolare di Paulo Freire, il gruppo ha sviluppato man mano quella che poi è diventata la Ludopedagogia, una metodologia educativa che è anche un modello di intervento sociale e comunitario basato sul gioco. Attraverso il recupero della capacità di giocare e delle sue potenzialità creative, la Ludopedagogia lavora per il cambiamento del singolo e della società, nel senso del rispetto dei diritti, delle differenze, e dell'ambiente. La Ludopedagogia è stata portata in Italia nel 2005 dall'associazione Le barbe della gioconda (www.lebarbedellagioconda.it).

La Chiesa valdese di Pisa ha aggregato intorno a sé una serie di associazioni ed enti interessati a proporre ai propri membri e operatori un percorso di formazione che utilizzasse questa metodologia e ha organizzato il corso, utilizzando la competenza delle Barbe della Gioconda. L'interesse per la nostra chiesa è duplice. Da un lato, attraverso la partecipazione al corso di un certo numero di membri di chiesa, contiamo di ricevere uno stimolo che ci aiuti ad essere più efficaci nelle attività che svolgiamo e coinvolgenti nella vita comunitaria. Dall'altro, i legami che il corso ci permetterà di stabilire o rafforzare con molte associazioni del territorio migliorerà la nostra capacità di essere presenti nella città.

Il corso è strutturato su una decina di weekend distribuiti su un anno, e permette la partecipazione anche di persone che vivono lontano da Pisa. I partecipanti pisani si impegnano infatti ad ospitare chi verrà da fuori. Essendo il corso finanziato dall'otto per mille della chiesa valdese, la quota di partecipazione è di soli € 80 per l'intero corso (più gli eventuali viaggi e i pasti). Sabato 24 ottobre ci sarà una sessione di lancio del corso, che permetterà a chiunque sia interessato di rendersi conto del tipo di attività proposta e decidere a ragion veduta se partecipare o meno all'intero corso. Intanto le iscrizioni stanno arrivando, da Pisa e da tutta Italia, dalle chiese evangeliche come dalle associazioni più diverse; ci auguriamo di riceverne ancora tante per le prossime settimane.

Per maggiori informazioni vedere la scheda informativa. Per iscriversi servirsi della scheda d'iscrizione.

 

Daniele Bouchard


[1]   Laura Formenti, “Copioni familiari e storie tramandate: la trasmissione intergenerazionale dell'identità di genere”, in AAVV, Vivencia. Conoscere la vita da una generazione all'altra, Torino, Rosenberg e Sellier 2003, pag. 58.

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