Care sorelle e cari fratelli,
nella sala della casa del padrone che la chiesa di Luca utilizza per il culto, risuona la parola di Gesù: quando avete fatto il vostro dovere dite siamo servi senza valore, abbiamo fatto solo quello che ci è stato comandato di fare. Servi e padroni nella stanza si agitano. I servi sanno che senza il loro lavoro l’economia della casa, anzi della società, crollerebbe e pensano: beh proprio senza valore non siamo anche se eseguiamo ordini. I padroni dei servi si agitano: nessuno di loro sa che cosa vuol dire ubbidire a ordini. Quando Gesù annunciava questa parola, molto tempo prima, per le strade della Palestina, ad agitarsi erano i farisei: come! Dio non terrà forse conto delle mie opere?
La parola sui servi inutili, che non hanno da presentare a Dio alcun merito, che tanto agita chiunque funzioni nella logica del io do affinché qualcuno dia a me, è la logica conseguenza dell’annuncio della misteriosa grazia di Dio.
La grazia di Dio che dona accoglienza e perdono, struttura una comunità di servizio in cui tutti, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, sono servi gli uni degli altri, nel mondo e di Dio.
Il modello di questo servizio è Gesù Cristo, anche lui venuto non per essere servito, ma per servire.
Abbiamo fatto solo quello che ci è stato comandato di fare si riferisce ovviamente all’ubbidienza alla parola di Dio. Davanti alle esigenze che essa mette in campo, non c’è che da agire. E’ vero, forse saremo costretti a fare molto, o contro le nostre inclinazioni, o a volte ad assumere posizioni scomode e difficili. A noi umanamente sembra molto e vorremmo avere riconoscimenti, gerarchie di fedeltà. La parola del Signore invece ci annuncia il servizio libero e gioioso del credente che opera per effetto della grazia giuhnta fino a lui/lei da parte di Dio.
Gratuitamente siamo stati accolti e perdonati da Dio, gratuitamente operiamo.
Questa è una parola dura e difficile per noi, abituati come siamo a centellinare il nostro impegno, a essere riconosciuti, a farci valere. Ma la gratuità dell’amore di Dio, ci spinge a vivere nella logica del servizio che è oggi la nostra liberazione.
Erika Tomassone